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"Solomos Guida all' ascolto"

LA DONNA DI ZANTE

di Dionysios Solomos

Traduzione a cura di Ines Di Salvo

Il testo della Donna di Zante, scritto da Dionysios Solomos (Zante, 1798 – Corfù, 1857), è una tra le opere più ardue e suggestive del poeta greco, articolata in 10 capitoli, a loro volta suddivisi in paragrafi e in versetti.

Composto in una prosa ritmica, il manoscritto fa ricorso a un’ascendenza biblica che lo avvicina al testo dell’Hypercalypseos di Foscolo.

La versione che il Festival Autunno Musicale a Como propone è quella tradotta in italiano da Ines Di Salvo.

L’azione si svolge nell’isola di Zante, nel mare Ionio e la narrazione vede un’alternanza di dialoghi e visioni dei due protagonisti: Dionisio Ieromonaco e La Donna di Zante.

Ieromonaco, definito “dimorante nella cappella di Sant’Alipio” è combattuto fra la pietà e la repulsione che prova per la Donna di Zante; questo lo porterà in ultimo a pregare perché lei possa ritrovare il senno perduto.

La Donna di Zante si muove in questa storia come personaggio diabolico e al contempo umano, in particolare nel rapporto con la figlia.

La scelta del Festival Autunno Musicale è stata quella di sottolineare il testo fantasmagorico de “La donna di Zante” con un gioco di suoni alle percussioni, che scaturisce dalla straordinaria capacità di Maurizio Ben Omar di cogliere le suggestioni del testo e di interpretarle musicalmente.

CAPITOLO 1

L’amarezza dello Ieromonaco

Ieromonaco descrive con profonda amarezza la personalità della Donna di Zante, indicandola come colei che “si adopera per danneggiare gli altri con la lingua e le opere ed era nemica mortale della Nazione”.

Il capitolo è anche una riflessione di Ieromonaco sull’umanità, in cui il numero di ingiusti supera ampiamente quello dei giusti.

Assalito da un branco di cani rognosi e per fuggire al lancio di pietre scagliate dagli abitanti di Zante, Ieromonaco trova rifugio nella tranquillità della Chiesa di Sant’Alipio.

CAPITOLO 2

La donna di Zante

Lo Ieromonaco prova a racconsolarsi

Il capitolo 2 introduce la Donna di Zante descrivendola, sia sul piano psicologico sia nel suo aspetto esteriore, nella sua bruttezza e malignità.

Ermelinda Cakalli si fa interprete del racconto con grande maestria, grazie alla gestualità del corpo, all’espressività del viso messe in risalto dal contestuale accompagnamento alle percussioni di Maurizio Ben Omar.

La scena si svolge di fronte al terzo protagonista del dramma: lo specchio con cui Dionisios Solomos spinge la Donna di Zante a prendere coscienza della sua malvagità.

CAPITOLO 3

Nella versione originale, Dionisios Solomos lo numera con il 20: forse immaginava una redazione con più capitoli.

Il capitolo narra la presenza a Zante di donne di Missolungi, cittadina greca occupata dai turchi.

L’opera propone frequenti riferimenti alla difesa della nazionalità greca contro l’occupazione turca.

CAPITOLO 4

Nella versione originale, Dionisios Solomos non numera il capitolo.

Fa apparizione il personaggio della figlia della Donna di Zante (una bambola), che la Donna di Zante descrive in forma tenerissima. Il capitolo è uno dei momenti più lirici dell’opera.

La Donna di Zante inveisce contro le donne di Missolungi per la loro passività nei confronti dell’occupazione turca; abbandona la figlia e si ritira nella sua stanza

CAPITOLO 5

Nella versione originale, Dionisios Solomos non numera il capitolo.

Si svolge il dialogo fra le donne di Missolungi. Si descrivono, altresì, in forma molto intensa, i suoni del combattimento fra turchi e greci a Missiolungi.

Nel capitolo, in cui  si concentrano momenti di profonda poesia e di religiosità, appare una donna maga che si presume aiuti i greci a vincere.

CAPITOLO 6

Il futuro si fa presente

Alla fine c’è il male

Viene fatto riferimento ai genitori, morti, della Donna di Zante che le si scagliano contro con maledizioni e improperi.

CAPITOLO 7

Non ti do nemmeno una briciola

E’ il momento del dialogo immaginario fra la Donna di Zante e i suoi genitori.

Ieromonaco ha la visione delle bare dei genitori e la Donna di Zante si stende su uno sporco giaciglio, portando con sé la figlia.

CAPITOLO 8

La cintura

La Donna di Zante combatte la voce dei morti con la cintura del marito.

CAPITOLO 9

Capitolo Ultimo.

Nella versione originale, Dionisios Solomos lo intitola “La Donna di Zante prende l’estremo rimedio”.

Tutta l’azione è concentrata sulla Donna di Zante di cui si descrive la pazzia totale.

La Donna di Zante balla furiosamente fino a spostarsi dietro lo specchio, dove fissa un cappio e si impicca.

Ieromonaco cade inginocchiato quando vede la Donna di Zante impiccata.

 

 

CAPITOLO 10

Capitolo Ultimo

L’opera si chiude con un secondo “capitolo ultimo”. Scritto in un periodo molto successivo a quello degli altri capitoli, il Festival Autunno Musicale ha ritenuto ininfluente inserirlo nell’attuale drammaturgia in quanto non in linea con la stesura immaginata dallo stesso Solomos.

Il personaggio di Ieromonaco chiude il dramma con una riflessione moralistica.