"La musica sefardita"Andate in una sinagoga orientale e sentirete [�] dei melismi che non finiscono pi�: su ogni parola, suoni e neuma, su ogni taam, specialmente sulle sillabe accentate o sulle sillabe che precedono le pause sintattiche o su quelle toniche. Se andiamo ad analizzare quei melismi, sopprimendo i passaggi o tutte le fantasie del cantore, � possibile individuare la formula: una formula assai semplice nella quale abbondano non le quarte [�], ma le seconde, le prime, le mezze prime, i quarti di tono, i terzi di tono, che non riuscirete a trascrivere nella notazione occidentale.Ma in queste formule sefardite, sia che le sentiate da ebrei marocchini, che da persiani, o da siriani, voi troverete delle parentele [�] con quelle che sono le attuali pronunciazioni e ecfoneiche dei siri, dei greci, degli armeni [�]. Tratto da: I segni musicali della Bibbia e le tradizoni ecfonetiche, di Leo Levi, in Canti tradizionali e tradizioni liturgiche, Lim Editrice, Lucca, 2002, p. 179. Edizione promossa dal Comitato Nazionale Patrimonio e Memoria nella cultura mediterranea. |