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"Luciano Silvestri"

pianista e musicologo
gi� Direttore della Accademia di formazione lirica del Teatro alla Scala


Cara Gisella,
                             mosso da quanto ho letto sulla Provincia di Como di questi giorni e considerando il problema dell' "emigrazione" dell'Autunno Musicale, non posso non manifestarti la mia reazione, non tanto come musicista tuo collega ed amico di antica data e neppure come gi� collaboratore del Festival - ch� le mie motivazioni sembrerebbero troppo affettivamente soggettive - ma con la semplice oggettivit� di spettatore che ritrova nella propria memoria le ragioni dell'esistenza stessa del Festival .
                 Poich� oltre al valore e all'interesse delle manifestazioni mi vengono in mente i re-incontri che avevo occasione di fare con molte persone dell'ambiente musicale milanese che, come me, accorrevano a scoprire i contenuti sorprendenti, persino insolitamente bizzarri, di tante serate . Ci si muoveva da una citt� non certo povera di proposte culturali richiamati dall'eccentricit� stimolante e talvolta problematica dell'Autunno, la cui fisionomia originale sarebbe servita da punto di riferimento a tutti i festival fioriti poi negli anni '70 e '80 . E quando si consultavano i programmi e i comunicati del Festival si leggeva: Autunno Musicale a Como .
Questa citt� particolare per tante caratteristiche che ritengo superfluo elencare
era la naturale collocazione di un'attivit� culturale altrettanto speciale: si era creato un binomio ovviamente logico, inevitabile .
                 L'annunciato dirottamento dell'Autunno verso altre localit� anche se pesantemente motivato risulta tuttavia sorprendente e istintivamente inaccettabile.
Si sa che le istituzioni culturali forse pi� di tanti altri fenomeni non possono veleggiare con una continua bonaccia. Sulla rotta possono anche emergere gli scogli di diversi modi di intendere i programmi e il loro svolgimento; perch� tutto, ad essere pessimisti, � opinabile . Ma nel caso dell'Autunno Musicale il luogo Como � e deve rimanere un punto fermo.
                  Possibile che tra le persone-chiave che presiedono alla cosa pubblica non ne intervenga una che avverta questa esigenza? Da quel che si apprende pare proprio che sia cos� : Ma � duro doverlo credere .
 Insciallah ......
 Luciano Silvestri