"Frammenti realizzati"
FRAMMENTO 21
Cadono viole bagnate di pianto Cadono dai seni odorosi, in mazzi fasciate.
Dove i desideri che un tempo tra i cuori si libravano lieti? Dove? Impigliati, come uccelli nelle reti. Spiegami Afrodite, Tu che sempiterna dolce fiorita sei, Tu che generosa di doni fosti, Tu che un labbro di miele hai, perché il capo imbiancato ti è ora così odioso? Ascolta! la perla di Lesbo, là, triste lamenta, “ Secca ho la pelle, il dolore punge e m’avvolge, poi nel cuore son lenta. “ L’autunno, così doloroso giunge. …
Oh divina dolce ridente Saffo, la rondine canterina del tuo cielo, ora è muta. Tremi, ed io stupisco. Chiara Frigerio classe IIIA -------------- FRAMMENTO NUMERO 21 Silvia Mascheroni II A ----------------
Frammento 47 “Scuote l’anima mia Eros, come il vento sul monte che irrompe entro le querce
Scuote l’anima mia Eros, Come il vento sul monte Che irrompe entro le querce Riflessa nello specchio Un’immagine giace in frantumi; E non so più chi sono. Eros, il canzonatore, Divide il mio cuore a metà. E di nuovo al vento Che irrompe violentemente Entro le querce. Mi inginocchio sconfitta. Perdo me stessa. Samantha Remigi, classe II F --------------
Frammento 58 “Quando morta giacerai, mai più si ricorderanno di te, per sempre: più non vedrai le rose della Pieria, ma oscura ti aggirerai nelle case di Ade aleggiando tra i morti neri...”
La morte sopraggiunge inesorabile, fredda si spinge fino a noi e ci sottrae per sempre alla vita. Buio, vuoto, poi nulla. La vita in fondo è stata solo un soffio, una breve, flebile luce che ora non c’è più. Chi ricorderà il mio nome, il mio volto? Chi si curerà di me? Sono solo… Tanti anonimi neri spettri mi circondano e io, ignoto a me stesso, arranco, solo, in questa triste dimora di morte Lorenzo Viganò, classe II F
Frammento 94 Nel frammento di Saffo sono riscontrabili due sentimenti, forti e contrastanti. Da una parte la visione dell’abbandono, espresso dall’allontanamento della ragazza dal tiaso, porta a un clima di sofferenza e di dolore, in quanto non voluto. Dall’altra il ricordo dei momenti felici e sereni all’interno del tiaso, ricordati dalla poetessa, la quale cerca di ravvivarli, porta a un clima di pace e letizia che riesce ad attenuare la sofferenza dell’addio. Questo permette di creare un equilibrio e un’armonia emotiva che ricadono nel contenuto e nella musicalità del frammento lirico. Giacomo Riva, classe II E --------------
Frammento 94 Commento 1 Lieve e impercettibile come un vento silenzioso fondamentale e vitale come il cuore, ecco che il respiro scompare. Improvvisamente con un tuono, non tornerà. Il tuo cuore fragile si ferma e con lui anche la tua vita. Ora sei un vento silenzioso, lieve e impercettibile, eppure il ricordo di te è impetuoso. Ti sento anche se sei silenzioso, le tue parole sono sempre qui e so che un giorno il tuo silenzio sarà anche il mio.
Commento 2 Sono passate solo poche ore mi manchi già. Il mio sguardo ti cerca, il mio cuore ti desidera. Frettoloso e impaziente mi hai superato, ora sei e non sei. Avrei voluto fermarti per dirti almeno di voltarti solo per l’ultima volta. Silvia Zappa, classe II E ------------ Frammento 130 il frammento è dedicato ad Atti dice- una piccola fanciulla mi sembravi, senza grazia' ---------
Frammento 168B "E' tramontata la luna con le Pleiadi, la notte è al mezzo, il tempo trascorre, ed io dormo sola"
La notte è al mezzo. Il gufo intona il suo lamento, poi tutto tace. Solo il fruscio delicato del vento. Lo sentirai anche tu dal vostro talamo? Vita, abbandona il mio corpo come lei abbandonò il mio cuore. Sospiri ormai distanti nella mente si avvicendano, tu hai saputo accarezzarmi il cuore, Eros lo ha squassato. Potente Nume, trova rifugio nel suo letto, sussurale dolci parole e ricordale quei momenti. Mi rassegno. E mentre il mio cuore sprofonda nell'abisso, io dormo sola. Interpretazione musicale di Matteo Congregalli - Davide Provenzano – Monica Rossi – Andrea Silva ---------------
Silenzio intorno, fragore di buio. Non è nessuno mentre la luna nega i suoi raggi. Pensieri di rovi e spine graffiano il soffitto nei sogni, e il sonno non trova pace. Tempo prima, poco o tanto, forse mai, qualcuno è stato. Stelle corrono, se ne vanno. Lei va. Andava mentre io La cercavo. La stanza brama Lei, il vuoto la Sua pienezza. Il sogno di spine non ha volti fuor d’uno, senza nome, che io voglio. Voglie colorano di rosso una notte in bianco e nero, e il blu degli occhi è di fuoco. Niente vive se non la solitudine, niente più della compagnia importa. Piangendo, il dormire non disseta l’arsura dentro, lascia crudo l’abbraccio. Drappi di seta coronano il posto vuoto che tale non era, che è freddo, ora, senza regina da incoronare. Dopo ferite di sterpi, vengono ora pianti di figli senza madri, infiniti e trascurati. Non più ricordi a chi è solo, ma a malapena sguardi e imbarazzo. Anche qui, in questo sonno prolungato senza nome e senza caldo, nessuna emozione. Nulla occupa le stanze, riempie ogni luogo, assillante. Nel sogno cerco la mia casa, che brucia negli occhi infiammati. Persino l’aurora giunge con scherno, e ha accanto il mattino, ha il sole per mano. Mi desta il gelo dell’aria nuova, uguale sempre alla vecchia. Lugubre l’attesa che mai è appagata.
Matilde Conti, classe III A ------------
Frammento 168 B Tramontata è la luna e le Pleiadi a mezzo della notte; anche giovinezza già dilegua, E ora nel mio letto resto sola Luna, mia luce Luna, mia vita. Cala la notte e Cerco te, mia compagna. Così sola non sono più. Il tuo volto è il suo e L’infinito spazio più non mi separa dalla “lontana speranza” che vita mi dà. Specchio dell’anima … Ma la mia immagine non trovo, in te cerco lui e perdo me stessa nell’oscurità.
Lucrezia Gatti, classe IIF ------------
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