"perch� Tunisi"Perché Tunisi “Non dite che col tempo si dimentica” di Daniela Dawan «Si era illuso di farla sua, convinto com'era che le cose appartengano a chi le ama. Aveva sbagliato tutto» Milano, 2008. L’inquieta pianista Anna Orvieto ha un’appassionata relazione col giovane fotografo francese Philippe. Alla vigilia di un importante debutto alla Scala decide di seguirlo a Tunisi, un breve viaggio che toglierà inaspettatamente il velo su oscure vicende del passato riconciliandola con se stessa. Tunisi, 1938. Nella Tunisia amministrata dai francesi i fascisti italiani rivendicano con forza il dominio del paese. All’emanazione delle leggi razziali il mondo di Cesare Orvieto, illustre medico ebreo e autorevole esponente della comunità italiana, fascista convinto, va in pezzi. Diviso tra l’affetto per la moglie di cui rimpiange la grazia ormai sbiadita di ballerina e la travolgente passione per l’affascinante pianista Augusta Levi, incapace di rinunciare a un’appartenenza italiana che gli viene brutalmente negata, Cesare va incontro al proprio tragico, ineluttabile destino. Con una scrittura calda ed elegante, capace di evocare davanti agli occhi del lettore la vita colorata e tumultuosa della Tunisi degli anni Trenta, così come di restituire tutta l’intensità delle emozioni e dei sentimenti dei suoi personaggi, Daniela Dawan racconta due storie d’amore e di identità divise e sradicate incastonate l’una dentro l’altra, dando corpo a un romanzo che conquista e incanta. “Fra Tunisi e Milano, la storia sconosciuta e appassionante dell'Italia d'oltremare. Una magia perduta che Daniela Dawan ci rivela nel suo romanzo. La musica, l'amore, le leggi razziali: vite mediterranee segnate dal passato” Gad Lerne “Due pianiste classiche s’intrecciano in epoche diverse fra oppressivi scenari di discriminazione razziale e la contemporaneità. Musica e passionalità diventano un filo conduttore e un balsamo per quelle cose che neppure il tempo riesce a cancellare, ma che soltanto una romantica melodia, con l’amore che evoca, può lenire nel ricordo” Cecilia Chailly
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