Print  Versione italiana
Home > 44. Autunno Musicale a Como > Musica e Valori sociali > Cecilia Chailly incontra Saffo

"Cecilia Chailly incontra Saffo"

Cecilia Chailly

Della musica e della parola

Dai Frammenti di Saffo alla letteratura del Mediterraneo

Saffo ha contribuito alla riscoperta di alcune parti di me stessa, ha risvegliato quell’anelito rivolto al bello, all’amore assoluto e puro che alberga in ogni sentire. Leggendo i suoi frammenti provo una vibrazione emotiva, un’evocazione istantanea d’immagini, sensazioni, ricordi, odori, suoni, presenze. Una sorta di regressione a un passato intimo, fatto di dettagli, che potrebbe anche essere stato appena rivissuto in sogno, la sera prima; come una fantasia che sprigiona una purezza antica, ricca di aneliti d’amore e di contemplazione, è una poesia che tende all’ estasi, a ciò che fa stare bene, nella sua semplicità. Come una voce interiore e rassicurante, evoca altre voci lontane e poi improvvisamente vicine.

 Amo sentire quell’emozione e rivolgermi all’arpa, cominciare a suonare lasciandomi trasportare dalle sensazioni che provo, esprimerle attraverso le dita, sulle corde, nel respiro che sento, dal cuore.

Lavorare sui frammenti lascia molto spazio all’immaginazione; cercare di prevedere come avrebbero potuto essere, o domandarsi come andrebbero meglio completati, ispira soluzioni diverse, a volte sorprendenti. L’invito di Italo Gomez a esplorare il mondo antico ha acceso in me la scintilla e il desiderio di seguire quel filo sottile ed emotivo che si viene a creare fra la parola e il suono, fra la sensazione di un racconto e una melodia. Esplorando la poesia con la musica, attraverso i miei brani, ho lasciato spazio anche all’improvvisazione, per cogliere l’emozione sul nascere ed esprimere pienamente il tema poetico con il quale mi sto confrontando interiormente.

Respirando dentro all’emozione riesco a osservarla, quasi fosse  prodotta da qualcun’ altro. In quel momento riprendo contatto con il mio centro, con l’essenza, lascio fluire diventando io stessa lo strumento. 

Questa forma di essenzialità del sentire, ben espressa da certe sonorità cristalline dell’arpa,  può anche sfociare in ondate emozionali fatte di arpeggi e forti espressivi; se la affianco ai passi del romanzo di Daniela Dawan, “Non dite che col tempo si dimentica” (Marsilio), una storia appassionante ambientata fra la Tunisi di un tempo e la contemporaneità, alterno i brani alla lettura con una musica che prolunga lo stato emotivo appena espresso, per sottolinearne gli aspetti e aggiungere pathos a ciò che è appena stato raccontato. La reciprocità che i due linguaggi esprimono e la sinergìa che si viene a creare in quel contesto è per me molto suggestiva e coinvolgente.

Il fascino delle parole può evocare stupore, malinconia, bellezza, estasi, e tutto ciò che vibra attraverso di esse può essere tradotto, rafforzato, esaltato dalla musica, e viceversa; questa è un po’ il tema di fondo di questo esperimento.

Sulle tracce del mondo antico, per riportarlo all’attualità, ci sarà anche con Francesco Sarcina, voce leader del gruppo rock Le Vibrazioni. Per questa occasione abbiamo creato appositamente un duo acustico con  l’arpa, la chitarra e le voci. Sonorità  inedite con le quali

interpreteremo  i brani delle Vibrazioni “Respiro”, Musa”, “Come ieri”. Leggeremo dei frammenti di Saffo da noi assemblati come fossero un dialogo, mentre Francesco improvviserà con la chitarra sulla mia lettura di un frammento.

 

L’evento è stato dedicato a Francesco Agnello, recentemente scomparso, e a tutti quelli che come lui hanno fatto dell’amore per la musica e la poesia una missione di vita”.