"Due Eredit�"E� stato scelto di tematizzare il repertorio in due �Eredit�� lasciate da grandi compositori del periodo storico preso in esame. La prima � l�Eredit� di Beethoven, il maestro che lascia una profonda impronta in Schubert e Mendelssohn, proprio nella letteratura musicale per quartetto d�archi Ecco quindi il Quartetto No. 11 op. 95 in fa minore (1810-1814) che chiude il primo periododi Beethoven, prima di affrontare la composizione degli ultimi cinque quartetti : op. 127, op. 130, op 131, op 132, e La Grande Fuga op. 133 considerati, ancora oggi, il monumento pi� importante della musica da camera. Il Quartetto n. 11 in fa minore, op. 95 � stato definito dallo stesso Beethoven �serioso� in quanto espressione di una straordinaria intensit� drammatica e di un sunto di tutte le tecniche compositive. L�opera in quattro tempi � immaginata come una unit� totale - peraltro accentuata da un collegamento diretto, senza interruzione, fra il secondo e il terzo tempo e si chiude con un ulteriore brevissimo tempo, molto allegro, considerato �assurdo � da molta critica musicale (da alcuni definito rossiniano) proprio per il clima vivace che crea. Personalmente credo che corrisponda alla manifestazione della profonda seriet� interiore dell�uomo Beethoven e l�espressione pi� sincera del suo pensiero; a mio parere, dunque, il sentimento che emerge potrebbe cos� essere interpretato: �sono stato molto serio, ma forse non ne vale la pena�, forse mettendo in dubbio la capacit� del pubblico di capire la �seriet�� del quartetto che creava un�evoluzione determinante al genere. Il Quartett-Satz No. D.703 12 in do minore viene scritto da Schubert in et� avanzata, in un periodo di forte crisi emotiva. Anch�esso � una composizione che si pu� definire �anomala�, composta da un tempo unico in cui a dominare � l�importanza espressiva e musicale di Schubert. La sua sintesi compositiva, pur nella leggerezza che caratterizza il compositore, � un omaggio a Beethoven e al suo abecedario compositivo. L�estrema essenzialit� � assolutamente analoga a quella che si riscontra nel Quartetto di Beethoven. In realt� Schubert aveva tentato di scrivere un secondo tempo, ma vi rinunci� probabilmente considerando l�unit� compositiva del �Allegro assai�. Il Quartetto n. 2 di Mendelssohn op.13 in la minore, che spesso viene anche definito con la tonalit� di la maggiore; in realt� la tonalit� di questo quartetto si alterna fra la maggiore e la minore, ma predomina il la minore Anch�esso � un vero e proprio omaggio a Beethoven, con citazione, anche in questo caso, del quartetto serioso. Mendelssohn lo compone quando apprende la notizia della morte di Beethoven e nei giorni successivi scrive una brevissima lirica per canto su un testo concentrato sulle parole: �E� vero? E� vero?� che ha voluto fosse pubblicato insieme alla partitura del quartetto. |