1999 - "33. Autunno Musicale 1999"Verso il Terzo Millennio. Patrimonio e Memoria nella Musica EuropeaBentornati alla Trentatreesima edizione del Festival Autunno Musicale. La trentatreesima: proprio un anno prima dell'entrata nel Terzo Millennio. Come festeggiare questo compleanno particolare, caratterizzato dal ricorrere del numero tre, un numero assolutamente magico? Prima di tutto, facendo una riflessione su ciò che significa proporre, per trentatre anni, un festival musicale. Un festival che quest'anno sarà europeo, per interessi, per portata delle iniziative, per la varietà dei gruppi che si esibiranno. Non si tratterà tuttavia semplicemente di "essere europei": sarà un "essere europei a Como". Con uno sguardo costante su come Como ha vissuto i movimenti culturali più importanti, su ciò che sta vivendo, su cosa è rimasto nella nostra città. Il rischio che vorrei evitare è una fruizione solo marginale e superficiale degli eventi. Per questo avverto sempre più forte l'esigenza di non dimenticare, di mantenere con convinzione il legame con le nostre radici. È essenziale reagire all'agguato dell'oblio elaborando percorsi che portino a riappropriarsi della memoria storica: percorsi di conoscenza (o ri-conoscenza, forse), del nostro patrimonio. Il "patrimonio" di cui parlo, va da se, non va inteso come mero possesso materiale, ma come ricchezza che la creatività umana ha saputo concepire in campo musicale, teatrale, figurativo e letterario. Insomma, culturale nel significato più ampio possibile. Nella storia dell'arte, e dell'uomo in generale, vi sono periodi di sicurezza e consapevolezza, in cui l'uomo è certo della validità degli strumenti creativi impiegati. Queste epoche sono solitamente seguite da periodi di crisi e di ri-discussione dei valori. Una rapida occhiata alla storia può rivelare come, man mano che ci avviciniamo all'epoca contemporanea, i periodi di stabilità divengano sempre più brevi. Nel nostro secolo, l'accelerazione è tale che i momenti di crisi ed i periodi di stabilità arrivano a sovrapporsi. Si entra in un gioco forsennato, in cui i fenomeni vengono superati prima ancora di essere vissuti, come in un vortice. Il mondo sta perdendo la capacità di analisi. È per questo che nasce l'esigenza di riscoprire, di rivedere, di rivalutare le epoche passate. È un modo per uscire dal vortice e, con calma, guardarsi indietro. Quest' anno il festival si riavvicinerà alle sue origini. Sarà concentrato in un periodo ristretto (tre settimane, dal 3 al 21 settembre), con una programmazione molto intensa, un' offerta ininterrotta di spettacoli e spunti. Spettacoli che, per chi ne vorrà cogliere il significato più profondo, comporranno un panorama impegnativo, con temi di grande profondità. Ma che saranno anche fruibili come pura evasione: sarà la musica, allora, ad accompagnare il cuore di ognuno di noi. Una particolarità di questo festival saranno le tre "maratone" musicali. Tre occasioni, molto diverse fra loro, per "vivere" la massima intensità compositiva di alcuni grandi autori. Non un appuntamento fugace, ma un vero e proprio incontro, un modo per arrivare vicini all'anima dell'artista; senza la presunzione di afferrarla, ma semplicemente per starle vicino, coglierne un aspetto... È così che ci avvicineremo agli ultimi quartetti di Beethoven; che potremo godere della grande opera di Vivaldi; e che ci divertiremo con il gioco musicale e teatrale di Satie, per scoprire di aver preso parte a qualcosa più di un gioco. Altri tre grandi compositori (ecco di nuovo il numero magico) punteggiano il percorso del Festival: Mozart, che presenteremo nei momenti e nelle opere legati ad una tonalità minore particolare, di grande profondità e turbamento; sarà un percorso straordinario ed inquietante, che si concluderà con il mistero del Requiem. Seguirà Orlando di Lasso, del quale saranno proposte Le lagrime di San Pietro, una musica grande che si erge immortale sopra le controversie politiche e religiose del suo tempo. E, infine, Bach, del quale vogliamo riproporre, tutte insieme, cinque cantate. Scopriremo come siano legate da una profonda unità, e ci lasceremo sorprendere dalla potenza drammatica che il grande compositore seppe infondervi. Proporremo poi delle drammaturgie dove l'accostamento di musiche e testi diversi porta ad un vero e proprio dialogo drammatico: nella prima, VIttoria d'amore, alcune Chansons de geste di tradizioni distanti mostreranno la potenza dell' amore rispetto agli assurdi conflitti umani. In Voci di donne sole tre personaggi femminili, di epoche differenti, faranno emergere con il loro canto la solitudine della donna che si accorge che il suo uomo non le è accanto... Quest' anno assisteremo poi ad un altro ritorno alle origini, con la proposta, nell' ambito del Festival, di due concerti inseriti nella rassegna "Il Canto delle Pietre": una rassegna nata dodici anni fa proprio dall' Autunno Musicale, ormai autonoma ed emancipata grazie all' importanza e all' autorevolezza della sua offerta musicale. Un balletto con coreografie storiche, ed un'esibizione al pianoforte di Michele Campanella (su uno Steinway del 1892) saranno parte di questa variegata riscoperta della nostra memoria. Parlavo, all'inizio, di attenzione per la nostra città. Una città che il Festival dovrà svegliare, smuovere, animare, coinvolgere. I luoghi di questo festival saranno il Teatro Sociale, la Basilica di Sant' Abbondio, il suo chiostro, la ex chiesa di San Francesco; ma anche il cuore della città, l'area dellungolago, la passeggiata di Villa Olmo, il parco, tutti saranno messi in moto con spettacoli di piazza, mostre, e animazioni, all'insegna della festa e del movimento. Vorrei che ciascuno di Voi potesse trovare uno spettacolo, anche uno solo, che fosse congeniale ai propri gusti e aspettative. È un augurio molto ambizioso. Ma è un compleanno molto speciale, per questo trentatreesimo festival. Italo Gomez |