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"maimonide, il contributo..."

il contributo ebraico alla cultura europea

Adbias, uno dei profeti minori, menzionava un luogo d�esilio chiamato Sefarad. Si riferiva forse a ci� che pi� tardi avremmo conosciuto come Penisola Iberica o forse a una regione dell�Asia Minore.
Col passare degli anni si sarebbe costituita un�importante comunit� ebrea che reclamava per la sua Terra � Spagna e Portogallo � il nome di Sefarad. Un ramo degli ebrei attuali � i sefarditi � conserva oltre ai lineamenti caratteristici, un idioma proprio � il ladino � ovvero il castigliano del XV secolo con qualche variazione dialettale.
Con il nome sefarditi si designano sia gli ebrei delle comunit� spagnole medievali sia i discendenti della diaspora che ne hanno adottato e tramandato il rito; si distinguono dagli ebrei appartenenti alle comunit� che vivevano nelle regioni dell�Europa centrale e orientale, detti ashkenaziti (dall�ebraico Ashkenaz). Il giudaismo iberico si rif� quindi alla pi� generale suddivisione delle civilt� mediterranee medioevali in due grandi aree culturali, arabo-musulmana e latino-cristiana. Fino alla definitiva espulsione dalla penisola iberica gli ebrei spagnoli e portoghesi avevano sviluppato una cultura che per alcuni aspetti si era andata differenziando da quella delle comunit� orientali.Mentre gli ebrei dell�Europa cristiana scrivevano quasi solo in lingua ebraica, i sefarditi, oltre al ladino, usavano regolarmente l�arabo per i testi in prosa e l�ebraico per le composizioni poetiche; inoltre la loro letteratura risentiva dell�influsso della cultura araba, allargandosi fino alle tematiche scientifiche e letterarie. L�uso della lingua, della filologia e delle categorie concettuali della filosofia araba modific� anche l�approccio ai testi rabbinici e costitu� nel tempo un corpo di studi culminato con la dottrina filosofica e morale di Maimonide, con il quale ebbe termine la tradizione sefardita pura.